Mostarda di vino ragusana
Per fare la mostarda ragusana, cioè “a ‘mustata”, bisogna munirsi delle apposite formine, possibilmente in terracotta, prima di iniziare il lavoro.
Far scaldare 1 litro di mosto già dolcificato in un tegame con una stecca di cannella, qualche chiodo di garofano e la buccia di un mandarino.
Una volta aromatizzato, il mosto si filtra, per eliminare tutte le scorie.
Si mette in una ciotola un cucchiaio di mosto freddo o leggermente tiepido e si fa sciogliere l’amido di grano (75 g circa), che si unirà al mosto e si farà cuocere fino ad ottenere una crema densa.
Naturalmente, per evitare la formazione di grumi, si dovrà sempre mescolare per circa 10 minuti.
Si lavano le formine e si lasciano con un velo d’acqua, poi si versa la crema nelle formine e si farà riposare per tutta la notte. Il giorno successivo la mostarda verrà capovolta e si cospargerà di cannella in polvere e mandorle tostate e tritate.
Si potrà consumare per tutto l’inverno , anche se indurita. Va riposta al fresco e al buio, possibilmente in cantina.
Quando parliamo di mostarda, in Sicilia, non dobbiamo confonderla con quella cremonese o mantovana, che va preparata con frutta fresca di stagione, zucchero e senape a gocce.
La nostra mostarda viene prodotta col mosto di vino ed è un prodotto dietetico; infatti è nata nei monasteri, che d’inverno rimanevano isolati a causa del cattivo tempo , per cui i monaci utilizzavano tutte le risorse che tenevano in dispensa, finché lo esigeva la necessità.