Cuccìa salata e aruci
Si fa bollire il frumento, che può essere integrale, secondo le esigenze attuali, dopo averlo messo ad ammollare in una capiente ciotola per tre giorni, con acqua e bicarbonato, e aver cambiato più volte l’acqua.
Lo stesso procedimento per i ceci, messi in acqua la sera precedente, con l’aggiunta di bicarbonato, che si faranno cuocere per circa 2 ore, senza sale (il sale va messo sempre alla fine).
Si fanno cuocere grano e ceci in pentole separate.
Tolta dal fuoco la pentola col grano già cotto, la si copre con una grossa e pesante coperta e si fa riposare il grano per tutta la notte.
La mattina seguente si assaggia qualche chicco e , se è necessario, si fa cuocere per un’altra ora. Si aggiungono i ceci, si mette il sale, un po’ di pepe e si condisce con olio extra vergine d’oliva ragusano.
La versione dolce è il condimento della cuccìa con miele e ricotta.
Si tratta di una pietanza antica siciliana, risalente al 1646, quando una nave carica di grano approdò a Siracusa e, per porre fine ad una terribile carestia, fu deciso di consumare il grano facendolo bollire.
Il giorno di S. Lucia, a Siracusa, si consumano pietanze a base di grano, per ricordare l’evento.
L’usanza, poi, si diffuse in altre province siciliane, in particolare a Ragusa.